
True Crime Italia: ebbene un fenomeno che negli ultimi anni ha visto un’impennata verticale, ma indubbiamente come tutto ciò che riguarda Youtube Italia non possiamo esimerci dal riconoscere veri talenti da fuochi di paglia, motivo per il quale andiamo ad intervistare per la gioia dei nostri utenti più appassionati di casi di cronaca nera, una delle indiscusse regine del True Crime Italiano: stiamo parlando di Fiò la Mela Avvelenata.

Fiò La Mela Avvelenata: una storia italiana di talento, passione e delicatezza tra storie violente e macabre
Fiò La Mela Avvelenata è una youtuber italiana che negli ultimi anni attraverso il suo canale ha appassionato e intrattenuto diverse migliaia di spettatori sul proprio canale Youtube nel quale ogni martedì racconta alcuni tra i più famosi casi di nera nazionale ed internazionale con il suo ormai caratteristico mood. Di quale mood parliamo?
Da parte dei moltissimi affezionati utenti iscritti al canale di Fiò La Mela Avvelenata non mancano i commenti riferiti alla pacatezza e alla grande sensibilità che traspaiono dai toni utilizzati dalla youtuber: si potrebbe pensare che non vi sia nulla di così speciale in questo, ebbene, non è così. L’aplomb di questa content creator, specie nell’affrontare tematiche particolarmente delicate, ne caratterizza un tratto incredibilmente specifico e fortunato.
True Crime Italia: l’intervista a Fio La Mela Avvelenata, da leggere tutta d’un fiato
Ringraziandoti, Fiò, ti chiediamo innanzitutto come sia nata l’idea di un canale Youtube e da che cosa nasce la tua grande passione nei confronti del True Crime.
La Mela Avvelenata Fiò nasce da un ricordo, un ricordo d’amore. Il canale è dedicato a mio padre, Filippo, scomparso 8 anni fa, persona complessa, fragile, molto sofferente. Senza dilungarmi negli aspetti più intimi ( chi mi conosce sa che sono molto riservata) beh, noi avevamo una grande passione in comune: La storia e la Cronaca Nera. Ho letto tutti i suoi libri, alcuni dei mattoni davvero indescrivibili, e spesso, nelle sere in cui lui non dormiva, mi mettevo nel divano, al suo fianco, a guardare Rai Storia o “Un giorno in Pretura”. Ne discutevamo, facendo discorsi complessi, dove tutte le difficoltà quotidiane sparivano. Oggi mi siedo ancora, esattamente su quella che era la sua poltrona nell’ultimo periodo, e ripropongo quel magico momento, ricordare qualcuno, parlarne, rinnovarne la memoria, ma non con morbosità, non con il gusto del True Crime o della tragedia, ma esattamente riproponendo ciò che avveniva allora, un’intima conversazione che nasce, viene trasmessa e fiorisce nell’animo di chi ascolta. O almeno lo spero.

Come molti tuoi iscritti sanno, il lavoro che fai nella vita di tutti i giorni ti espone sicuramente a tematiche delicate. Credi che questa tua sensibilità possa aver influito sul successo del canale?
Non mi sono mai soffermata a pensare troppo né alla mia empatia né alla mia sensibilità, quando faccio qualcosa ci metto tutta me stessa ma parto sempre un po’ dubbiosa, scettica, inquieta . Da subito i miei iscritti hanno iniziato a sottolinearmi come i miei racconti apparissero delicati ed empatici, a volte poetici, nonostante le tematiche siano certamente molto dolorose, disturbanti, violente. E’ stato bello scoprirmi e guardarmi con gli
occhi degli altri, rimanendo anche molto stupita da ciò che leggevo. Non mi sarei mai descritta come poetica e delicata! Ma questo evidentemente è ciò che filtra dallo schermo e sicuramente anche il mio mestiere su campo(sono educatrice in una comunità rivolta a persone con disagio fisico e psichico) richiede una buona dose di fermezza ma soprattutto di delicatezza.
Sicuramente la domanda che più di tutte chiunque vorrebbe rivolgerti è: quale video ti ha messa maggiormente in difficoltà per le tematiche trattate?
Che ci crediate o meno ogni storia che racconto diventa per me unica e speciale, è come creare un legame con le persone di cui parlo, una sorta di connessione. Ci sono però tematiche che mi toccano particolarmente: i bambini e le persone diversamente abili o affette da patologia psichica. Uno tra gli ultimi casi trattati mi ha coinvolto così tanto che ho avuto la gastrite per qualche giorno! Non scherzo! La storia di Daniele Potenzoni, un ragazzo affetto d’autismo smarritosi a Roma nel 2015. Colgo l’occasione per invitarvi a conoscere la sua storia. In questo caso la famiglia di Daniele mi ha scritto per ringraziarmi, un’emozione fortissima, anche se in realtà sono io a ringraziare loro, davvero.
Possiamo spingerci a chiederti quale sia stato il caso che ti ha più appassionata dall’apertura del canale?
Sono affascinata dalla storia, quando racconto di vittime dimenticate divento particolarmente sensibile. La ricostruzione della vita delle cinque donne vittime di Jack lo Squartatore è sicuramente il video con il taglio più particolare e dove ho provato grandi emozioni. Il video vuole in qualche modo riabilitarle, raccontare le loro vite, vite di donne come tante altre sullo sfondo di un’affascinante ma anche devastante Epoca Vittoriana. Per questo ho deciso di raccontare solo le loro vite, ma non la loro morte e certamente non menzionare quasi mai il
loro assassino. Sono loro le protagoniste! In questo momento sto raccontando anche la storia del Titanic con una particolare attenzione alle sfumature umane, mi genera molta pena constatare come ci sia traccia più che altro dei passeggeri di prima classe della nave, mentre quelli di seconda e di terza sono, non soltanto deceduti senza possibilità di salvezza, scomparsi proprio dalla memoria. E’ a loro che il video è dedicato.
Moltissimi ragazzi sognano di intraprendere lo stesso percorso, magari su tematiche diverse, dunque ti chiediamo quale è stato il primo video che hai realizzato e nel tempo come hai acquisito maggiore padronanza? Ma soprattutto che consiglio dai a uno youtuber alle prime armi?
Il primo video che ho realizzato è un video storico, il processo alle Streghe di Salem, amo trattare anche casi storici e curiosità particolari. Inizialmente non mi mostravo in video, ero molto timida, con il tempo ho acquisito sicurezza e anche il canale è cresciuto e si è modificato insieme a me. Non sono la persona più indicata a dare consigli tecnici, sono un vero disastro. Discuto con audio e microfono costantemente e tutto quello che ho imparato su attrezzatura e montaggi è grazie alla mia cocciutaggine. Il mio non è un canale “professionale”, passatemi il termine, non ho mai pensato di fare carriera. E’ il mio spazio. Dunque investo le mie energie su i contenuti, cerco di impegnarmi molto, di documentarmi tanto, di sforzarmi di dare il taglio che reputo più giusto. Il resto viene da sé. Ho molti difetti ma sono appassionata e curiosa e quando mi siedo davanti alla telecamera non so bene cosa accadrà ma so solo che darò il massimo, come sempre. Questo è il consiglio che mi sento di dare ad un futuro collega: siate voi stessi e createvi una vostra identità, coltivate le vostre passioni senza guardare a cosa fa l’altro, senza invidie, senza comprare al primo video attrezzature costosissime. Basta un telefono, un microfono a cravatta e la vostra voglia di comunicare qualcosa. Il resto verrà da sé.
Infine ti salutiamo chiedendoti se vuoi dedicare parte di questo meritato successo alla tua famiglia. A proposito, i tuoi cari ti hanno sempre supportata in questa scelta?
Quello che mi piace della Mela Avvelenata è che il mio universo, il mio spazio. Sono io che lo conosco, che l’ho ideato e senza di me il progetto perderebbe sicuramente la sua essenza. Ma il canale è anche molto altro, è frutto della pazienza di mio marito, dei consigli e dibattiti con amici e colleghi e del supporto incondizionato e puro dei miei figli che incuriositi si nascondono nel mio regno per imitarmi, e qualche volta girano anche la manopola del microfono- argh!!-. Senza di loro non potrei davvero farcela!