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Caro gruppo vacanze …
Ti prego, perdonami. Non ho mai avuto intenzione di farti andare via. Non intendevo le cose che ho detto.
Mi dispiace di essermi lamentato così tanto di te. Mi dispiace piangere per quel pranzo a Mykonos che costa più dei miei voli di ritorno, mi dispiace di aver lamentato il conto delle bevande alcoliche per la villa di Ibiza.
Mi dispiace di aver protestato contro i vari addii al nubilato all’estero. Chiedo scusa ora, per aver brontolato di loro in varie chat di gruppo, per aver sorvegliato freneticamente il mio conto di risparmio e ringhiando se qualcuno è imminente nozze minacciato di allontanarlo.
Mi dispiace per gli occhi rotondi sulle e-mail dell’amministratore, per le richieste di bonifico bancario (“solo un gentile promemoria”) e le discussioni sui tempi di volo e le scelte dell’hotel. Mi dispiace di aver mai messo in dubbio una cosa del genere: i noleggi auto, gli airbnb, i negozi di alimentari – (“chi ha bisogno di tanta tequila?”) – Tutto.
Ti prego, perdonami.
Per favore ritorna.
So che questa estate potrebbe essere complicata. So che fa paura. Ma per favore torna presto.
Perché soprattutto, mi dispiace di averti mai dato per scontato per le vacanze di gruppo.
Mi manchi.
Mi manca bere troppo in aeroporto e correre per il volo. Mi mancano i battibecchi su generi alimentari e taxi. Mi manca occupare troppo spazio sulla spiaggia, distendere dieci materassini da spiaggia e languire in compagnia della mia gente preferita.
mi manca cucinando (o bruciore) pranzo per tutti; strabiliante i vegani e i senza glutine, ma sapendo che creeremo felicemente una festa libera per loro. Mi manca bere il rosé come se fosse acqua, mangiare frutta finché non mi gocciola dentro costume da bagno, ascoltando i battiti soffici dell’altoparlante portatile di qualcuno a bordo piscina mentre Sunset Lover di Petit Biscuit suona ripetutamente.
Mi manca attaccare quella bottiglia di tequila in più che sapevamo di non aver bisogno della gigantesca anguria che abbiamo comprato al mercato, quando abbiamo capito che ne avevamo bisogno, dopo tutto.
Mi manca venire con hashtag festivi di gruppo zoppi e gruppi di Whatsapp con battute che dureranno solo finché i nostri abbronzature.
Mi manca non ottenere un abbronzaturae diventando scontroso con i miei amici che lo fanno.
Mi mancano le parti della stanza e le chat di notte, sotto le coperte come se fossimo bambini a dormire la notte. Mi mancano le 4 del mattino che ballano sul tavolo della cucina e l’unica persona che si infastidisce potremmo perdere il nostro deposito. Mi mancano le colazioni con i postumi della sbornia; i caffè neri, la piscina galleggia, le storie della sera prima.
Mi mancano le gite di un giorno in cui qualcuno interpreta la mamma, qualcuno si perde, qualcuno cade da un ciclomotore o da un paddleboard o scompare per una vacanza romantica. Mi mancano le discussioni su cosa vedere e dove andare, ma riconnettersi nei bar, bere colpi che sanno di fuoco, tornare a casa a piedi nudi.
Mi manca l’immersione magro alle 2 del mattino, il delirio notturno, il modo in cui chiudiamo i ranghi nei club e proteggiamo i nostri singoli amici da uomini squallidi – rilasciandoli solo per quelli veramente caldi – che guardiamo ancora con occhi protettivi.
Mi manca la paura di saltare in mare e farlo comunque. Mi manca bar hopping e bombardamenti in piscina e addormentarsi con il mare che lambisce le dita dei piedi.
Mi manca il sushi troppo caro mangiato su un lettino. Mi manca la degustazione di vini in una vertiginosa foschia di sole. Mi manca la birra pong, la tazza a fogli mobili e le sigarette sfacciate che chiedi ai simpatici ragazzi francesi.
Mi manca guardare il tramonto sugli scogli con un cocktail, la mia pelle odora di sale e doposole. Mi mancano le lunghe cene cortili all’aperto, gite in barca all’orizzonte, sieste pomeridiane in camere climatizzate.
Mi manca cantare canzoni di Celine Dion stonate durante le corse in taxi per tornare alla villa in modo da sapere che l’autista ti odia. Mi manca aprire una bottiglia di vino mentre sorge il sole, sapendo che non siamo ancora andati a letto.
Mi mancano tutti insieme, vacanze di gruppo.
Mi manca essere un’unità impenetrabile, una famiglia in tournée. Mi manca quello che ci hai regalato per le vacanze di gruppo; quel senso di unione su cui non puoi replicare zoom chiamate o il telefono, o anche un lungo pranzo. Ci hai dedicato del tempo prezioso insieme, vacanze di gruppo; tempo lontano da e-mail di lavoro e autobus notturni, tempo in una bolla che non avevamo bisogno di proteggerci da un virus, ma per mantenerci connessi, felici, sciocchi; puzza di sole, sabbia ed evasione.
Per favore, torna presto, Vacanze di gruppo. Non mi lamenterò mai più di te.
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