
Il 60% dei brand investe nell’influencer marketing e si dichiara soddisfatto nel 67% dei casi. Diventano centrali nella scelta degli influencer l’affinità con l’azienda e il suo target, ma soprattutto si richiedono contenuti creativi e di valore. Sono questi alcuni dei risultati dell’Osservatorio Italiano sull’Influencer Marketing, attivato lo scorso anno da IED Milano e Akqa. Il fenomeno influencer non accenna ad affievolirsi e, anzi, continuerà a crescere in modo esponenziale. È quanto emerso da uno studio realizzato da Business Insider Intelligence. Questo significa che la competizione sarà sempre più alta, e, di riflesso, instaurare partnership con gli influencer diventerà sempre più difficile. Per fortuna non tutti gli influencer sono celebrità mainstream e, per chi sceglie di lavorare con i micro influencer, c’è ancora ampio margine di manovra. Capire se un influencer è veramente influente non è facile. Con l’utilizzo massivo dei fake follower e l’uso intensivo dei bot per far crescere i profili velocemente, gli utenti hanno un bisogno urgente di trasparenza e autenticità. Secondo il 94% dei marketer sono proprio questi i due fattori che distinguono gli influencer di successo. Meglio, dunque, avere meno follower veri, conquistati con impegno e fatica, che un seguito spropositato di illustri sconosciuti, perché si è più credibili e affidabili agli occhi del pubblico.