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Google ha ricevuto un’ammenda record dall’autorità belga per la protezione dei dati (APD) di 600.000 euro per non aver rispettato le norme europee sul “diritto all’oblio” di una persona online.

La sanzione di 600.000 euro è la più grande mai imposta dall’APD, ha detto martedì, e oltre 10 volte più grande della precedente penalità record dell’autorità.
Google non è riuscito a rimuovere i collegamenti dai suoi risultati di ricerca ad articoli che APD ha dichiarato “obsoleti” e dannosi per la reputazione di una persona con un profilo pubblico in Belgio.
Gli articoli di notizie, che sono comparsi nei risultati legati al nome della persona, si riferivano a denunce infondate di molestie. Google è stato “negligente” nel decidere di non rimuovere i collegamenti, dato che la società aveva prove che i fatti erano irrilevanti e obsoleti, ha detto APD.
Google ha dichiarato che intende presentare ricorso in tribunale e ha lavorato duramente per “trovare un equilibrio ragionevole e di principio tra i diritti delle persone di accesso alle informazioni e alla privacy”.
“Non credevamo che questo caso soddisfacesse i criteri della Corte di giustizia europea per la soppressione del giornalismo pubblicato dalla ricerca – pensavamo che fosse nell’interesse del pubblico che queste notizie rimanessero ricercabili”, ha detto un portavoce di Google.
La corte suprema dell’UE ha sancito il principio del “diritto all’oblio” nel 2014, quando ha stabilito che le persone potevano chiedere ai motori di ricerca come Google di rimuovere informazioni inadeguate o irrilevanti dai risultati web che compaiono nelle ricerche dei loro nomi.
APD ha inoltre ordinato a Google di interrompere il riferimento alle pagine in Europa e di fornire informazioni più chiare su quali entità sono responsabili della gestione delle richieste “diritto all’oblio”.
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